di Umberto Di Giacomo
Il fiore all’occhiello sono i numerosi riconoscimenti delle più importanti guide di settore, ricevuti negli ultimi mesi. Ma è l’olio extravergine di oliva autentico molisano nel suo complesso che sembra aver compiuto, negli ultimi tempi, il salto di qualità. Il mondo dell’extravergine di casa nostra è in fermento, sprizza vitalità ed è sempre più presente nel panorama nazionale e internazionale. Pare essere stata definitivamente abbandonata l’immagine di un Molise come terra di “olio del contadino” (di tipicità e genuinità presunte), per approdare a un altro livello di considerazione: il Molise è un territorio di grandi extravergini. Merito di un ambiente generoso e di tante aziende olivicole che hanno saputo inaugurare un nuovo trend culturale.
Habitat e tecniche innovative
Senza un ambiente adatto alla coltivazione dell’olivo, però, nulla sarebbe stato possibile. Il territorio molisano ha il vantaggio di poter contare su un habitat che si presta benissimo all’olivicoltura, con piante molto generose. Una generosità millenaria, confermata dagli scritti di numerosi poeti latini come Orazio e Cicerone che ne omaggiavano produzione, gusto e qualità. Parallelamente a questo c’è, ovviamente, la mano dell’uomo. Negli ultimi anni è cresciuto esponenzialmente il valore tecnologico delle aziende molisane, in moltissimi casi dotate di frantoi all’avanguardia. Sempre in maggiori casi assistiamo a una lettura sana del territorio, condotta da agronomi altamente qualificati. Sono sempre di più i produttori che si aggiornano e che adottano moderne prassi di lavorazione. I campi sono presidiati quotidianamente, vengono curati in modo adeguato, così come la raccolta e la spremitura delle olive avviene secondo tempi scanditi alla perfezione. Due aziende olivicole molisane sono diventate “presidi” Slow Food per l’extravergine, Antonietta Mastromonaco di Giuseppe Storto con la cultivar “sperone di gallo” e Giorgio Tamaro con la “rumignana”. Una tutela complessiva, insomma, del prodotto e dell’ambiente da cui il prodotto proviene.
Associazioni e produttori
Diverse sinergie sono state sviluppate tra produttori (ad esempio l’associazione Molisextra, che ha alzato gli standard della qualità e organizza annualmente l’evento internazionale “Extrascape“), ma anche tra produttori e il mondo dell’enogastronomia: ad esempio l’Ais (Associazione italiana sommelier), l’Onav (Organizzazione nazionale assaggiatori di vino) e in particolare la Fis-Aiso (Fondazione italiana sommelier – Associazione italiana sommelier dell’olio) che ha promosso una nuova fase culturale organizzando corsi qualificati di sommelier dell’olio, con largo anticipo rispetto a tante altre zone d’Italia (Campobasso è la seconda città in cui tali corsi sono stati attivati dopo Roma). Negli ultimi anni sono stati compiuti grandi sforzi da agronomi, come Mario Stasi, o come Maurizio Corbo, dell’Arsarp (Agenzia regionale per lo sviluppo agricolo, rurale e della pesca) che organizza il concorso “Goccia d’oro“, volto alla promozione della vera cultura degli oli autentici. Preziosissima, infine, l’attività della “Scuola del gusto“, a Larino (CB), portata avanti da Sebastiano Di Maria.
Naturalmente i traguardi raggiunti sono tappe intermedie di un percorso lungo e che ha ancora ampi margini di miglioramento.
I riconoscimenti
L’ottimo lavoro delle aziende olivicole molisane ha portato già a ottenere diversi riconoscimenti per le produzioni locali. Ecco le segnalazioni di alcune delle più autorevoli guide di settore.
La guida del Gambero Rosso 2016 assegna “3 foglie” a 3 extravergini del Molise: il “Colle D’Angiò Monocultivar Oliva Nera” di Colletorto (CB), azienda di Giorgio Tamaro; il “Masseria Casolani Bio” di Antonietta Pietropaolo di Casacalenda (CB); il “Classico Principe Pignatelli” dell’Azienda agricola Principe Pignatelli di Monteroduni (IS). “2 foglie rosse” sono state assegnate al “Colle d’Angiò Monocultivar Rumignana di Giorgio Tamaro e al “Monocultivar Gentile” di Trespaldum. “2 foglie” sono state invece assegnate alla Cooperativa sociale Arcobaleno Sorriso di Dio e al “Passocupo Monocultivar Oliva Nera di Colletorto” di Michele Tamaro.
La guida Slow food segnala: l’Azienda agricola Marina Colonna di San Martino in Pensilis (CB); l’Azienda agricola di Giorgio Tamaro di Colletorto (CB); l’Azienda agricola Di Vito di Campomarino (CB); l’oleificio di Bruno Mottillo di Larino (CB); l’Azienda agricola Principe Pignatelli di Monteroduni (IS); l’Azienda agricola di Antonietta Pietropaolo di Casacalenda (CB).
“Flos Olei 2016” segnala: l’Azienda agricola di Antonietta Pietropaolo di Casacalenda (CB); l’Azienda agricola Marina Colonna di San Martino in Pensilis (CB); La Casa del Vento-L’Olio di Flora di Larino (CB); l’Azienda agricola di Giorgio Tamaro di Colletorto (CB); l’Azienda agricola Di Vito di Campomarino (CB); l’oleificio di Bruno Mottillo di Larino (CB); l’Azienda agricola Principe Pignatelli di Monteroduni (IS).
Il concorso “Ercole Olivario 2016” ha inserito nel suo catalogo l’Azienda agricola Principe Pignatelli di Monteroduni (IS).
Il volume “Terred’olio 2016” segnala: l’Azienda agricola Di Vito di Campomarino (CB); l’Azienda agricola di Michele Tamaro di Colletorto (CB); l’Azienda agricola di Giorgio Tamaro di Colletorto (CB); l’Azienda agricola Principe Pignatelli di Monteroduni (IS).
La guida “Bibenda 2016” segnala l’Azienda agricola Principe Pignatelli di Monteroduni (IS) e l’Azienda agricola Di Vito di Campomarino (CB).
ho già scritto per onor del vero che manca il Concorso per eccellenza degli oli molisani, la Goccia d’Oro, che ha visto L’Olio d Flora e altri oli, non citati nell’articolo, vincere, per non parlare di altri concorsi importanti come il BiolNovello e il Biol2016; l’Orciolo d’Oro con l’Olio di Flora premiato a rappresentare il Molise; gli Oli mono varietali, l’Aipo d’argento.