Il “prunus”, la pianta selvatica che avrebbe spiccate proprietà anti-tumorali, è solo l’ultimo e più famoso esempio. Ma il territorio molisano è pieno di materie prime sane e salutari: dai frutti del bosco, alle bacche selvatiche che circondano le stradine di campagna, alle verdure del campo, alle tantissime varietà di erbe che crescono sui prati di montagna. Una vera e propria farmacia a cielo aperto, il cui segreto della salubrità dei prodotti risiede in fattori ambientali e climatici unici. Secondo un approfondito studio del Progetto VIIAS (Valutazione Integrata dell’Impatto dell’Inquinamento atmosferico sull’Ambiente e sulla Salute) diffuso nel 2015, le province di Isernia e Campobasso fanno registrare le concentrazioni minime di polveri sottili e di biossido di azoto in Italia, superate solo da alcuni tratti alpini.
Il tasso di mortalità locale legato a patologie derivanti da questi agenti inquinanti è tra i più bassi in Italia, meno di 10 decessi su 100.000 hanno collegamenti con l’inquinamento. Per dare l’idea, nella sola provincia di Milano il tasso di mortalità è venti volte superiore, circa 200 su 100.000, a Roma il dato registrato si aggira intorno ai 150. Il target che altre Regioni devono raggiungere entro il 2020 per avere garantita una buona qualità dell’ambiente, in Molise è già realtà. Acqua, aria, suolo e, a cascata, pascoli, allevamenti, coltivazioni fanno parte di una “filiera” benefica che si riflette positivamente nell’enogastronomia. Dando luogo a una ricchezza inestimabile che, in un mondo globalizzato e massificato, costituisce un gioiello da salvaguardare e tutelare.