Dal “km 0” al “miglio 0”. In Molise è così. La distanza tra la materia prima e il suo consumo è tra le più brevi al mondo, via terra come via mare. E così, come in montagna può capitare di assaggiare un formaggio prodotto proprio dietro il negozio o di gustare una carne in un ristorante attaccato a un allevamento, sulla riviera il pesce si acquista anche direttamente in spiaggia. Pannocchie o canocchie, scorfani, triglie, tracine, gallinelle di mare, cozze, vongole, scampi, calamari sono tutti frutti del generoso mare molisano: appena 35 km di riviera, ricchissimi però di storia e tradizioni gastronomiche.
Quella molisana è una piccola pesca, praticata nella stragrande maggioranza dei casi con imbarcazioni di 5-6 metri. I pescatori partono al tramonto per gettare le reti e la mattina all’alba fanno ritorno in spiaggia, dove spesso ad attenderli ci sono i clienti. La vendita che avviene lì, senza intermediazioni, garantisce che il pesce arrivi nelle case ancora vivo. E che abbia quindi un sapore e un profumo inconfondibile. Sapori e profumi che vengono esaltati ai massimi livelli nel “brodetto di pesce“, una ricetta tipica della costa molisana e abruzzese.
Per la preparazione bisogna dotarsi necessariamente di un tegame di terracotta, materiale che permette la straordinaria e rapida cottura al prodotto. La ricetta: olio d’oliva sul fondo del tegame a scaldare a cui vanno aggiunti i pomodori lavati, pelati e sfilettati, insieme a un aglio privato della sua camicia e a un peperone tagliato a listarelle molto sottili. Il sughetto deve essere lento, quindi è possibile che venga aggiunta dell’acqua. 15 minuti di cottura e poi si passa alla “fase due”: l’introduzione del protagonista del piatto, il pesce. O meglio, i pesci: cicale, scampi, poi scorfani, triglie, merluzzetti e anche orate. Alla fine, seguendo l’ordine di “cottura” arrivano i calamari, le cozze e le vongole. Dopo 30 minuti circa è pronto. Una bella spolverata di prezzemolo tritato e via in tavola. È assolutamente vietato servire il brodetto senza fette di pane abbrustolito.
Al brodetto pare sia legato un aneddoto storico: Gavrilo Princip, lo studente rivoluzionario serbo che nel 1914 a Sarajevo uccise l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria-Ungheria, due giorni prima dell’attentato aveva cercato in tutti i ristoranti della Serbia il brodetto molisano. Non avendo soddisfatto il proprio palato perse la testa e, con il suo folle gesto, diede l’input allo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Da allora, per legge, in alcuni ristoranti della Serbia è obbligatorio inserire nel menù il brodetto molisano.