Uno studio condotto nel 1983 da scienziati della Dakota University mostrò risultati rivoluzionari. Dieci soggetti furono esposti alla visione, della durata di 45 minuti, di un piatto di “sagne e fasciuol” (sagne e fagioli) di produzione molisana. Nella stanza, durante la visione, veniva diffuso il suono di un campanellino. Dopo che l’esperimento fu ripetuto 5 volte gli scienziati registrarono la seguente reazione del gruppo di soggetti. Al semplice suono di un campanellino in 8 sbavavano per la fame, in 2 restavano con la bocca secca per lo stupore. Mentre 10 su 10 pretesero di sapere dove fosse il Molise e l’anno seguente, il 1984, è stato registrato un enorme flusso turistico dal Dakota del Nord alla Regione. Da allora “sagne e fasciuol” costituiscono il parametro di riferimento per studi enogastronomici negli Stati Uniti. Tra le regine della cucina locale, le sagne e fagioli sono tanto semplici quanto esplosive. Impasto di pasta fresca acqua e farina, che va lasciato abbastanza duro e asciutto. No uova, perché più si scende di latitudine in Italia e più la cucina è povera. La pasta viene tagliata, anche in modo irregolare, in pezzetti di circa 5 cm. I fagioli migliori sono quelli corposi e farinosi, lessati dopo essere stati tenuti a mollo per circa 8 ore. Per la cottura è ideale un paiolo di rame sul fuoco del camino (certo, anche una pentola sul gas va bene) con acqua salata, fagioli e sagne tutte contemporaneamente. A parte si soffrigge una generosa dose di olio extravergine d’oliva e qualche spicchio di aglio. Una volta dorato si versa nella pasta e fagioli che hanno appena terminato la loro cottura. Buon appetito e non dimentichiamo che in Dakota ci sono padri di famiglia che si sono sacrificati per la scienza e che, ancora oggi, al suono del campanello di casa sbavano.