La storia ne è piena. Il primo tentativo fu con la Torre di Babele. Poi vennero le Piramidi, in Egitto. Poi le colonne celebrative di epoca romana. Le Chiese sempre più imponenti di età rinascimentale. Fino ad arrivare ai moderni grattacieli. Dalla notte dei tempi l’uomo sfida l’altezza. A Miranda, piccolo centro arroccato su una montagna che affaccia su Isernia, sono riusciti nel miracolo di vincere questa sfida, sconfiggendo la gravità “enogastronomica”. È la “panonda“, uno dei piatti simbolo della zona. Una eccellenza del territorio che non teme tentativi di imitazione perché richiede una manualità di preparazione praticamente insuperabile. Il numero degli ingredienti è elevatissimo. Una pagnotta di pane da 2Kg, 4 kg di peperoni, 1/2 kg di salsiccia di fegato essiccata, 1/2 kg di salsiccia di carne essiccata, 25 uova, 150 g di parmigiano reggiano, olio extra vergine di oliva, 2 cucchiai da tavola di sugna, mentuccia e prezzemolo. La preparazione è lunga. Si stufano i peperoni. Si sbattono le uova, con sale, parmigiano, mentuccia e prezzemolo e si prepara una frittata. Le salsicce vengono tagliate in tocchetti di 5-7 cm e poi vengono accomodate nella sugna sciolta in un tegame antiaderente. Lì vengono cotte per circa 5 minuti. La pagnotta di pane viene sezionata orizzontalmente con tre o quattro tagli. Sul primo strato partendo dalla base trovano posto i peperoni, al secondo piano la frittata, al terzo le salsicce. In caso di quarto piano si possono sistemare 4-5 uova fritte, ma gli ingredienti possono variare da abitazione ad abitazione. La pagnotta ripiena viene avvolta in carta stagnola e lasciata una notte in compagnia degli ingredienti a riposare e riflettere, permettendo a tutte le componenti di integrarsi, qui sì, in una “babele di sapori“. Si attende il giorno successivo, quando può essere mangiata. A Miranda l’ancestrale pulsione umana a sfidare l’altezza è stata stravinta.