Immaginate: avete nella valigia un formaggio e un salume. State per arrivare alla dogana di un paese dove può entrare il formaggio ma non il salume.“Devo corrompere la guardia ai controlli” penserà qualcuno. “Butto tutto” dirà un altro. “Ma che domanda è?” penseranno in molti. E invece il dubbio è quello davanti al quale si sono trovati gli emigranti molisani che agli inizi del ‘900 sbarcavano in America. Dove, a causa di alcune leggi piuttosto restrittive, non era concesso l’ingresso ai salumi esteri. Leggenda popolare vuole che, per sciogliere il dubbio, fu utilizzato il più “italico” degli stratagemmi: “Metto il salume dentro al formaggio, così chi mi scopre?”. Fu così che nacque il caciosoppressa, caciocavallo con cuore di soppressata. Alla dogana nessun problema e, una volta sbarcati nel Nuovo Mondo, la lontananza dall’Italia veniva affievolita dal sapore della carne di maiale di casa. Quest’invenzione di oltre un secolo fa si è conservata praticamente intatta e la leggenda è stata tramandata da padre a figlio, ma al giorno d’oggi sono pochissime le aziende che creano questo tipo di prodotto. Una di queste è la “Natilli“, una storica bottega delle carni di Campobasso che dal 1967 tiene vive le ricette della tradizione e oggi trasforma i maiali, rigorosamente nati e allevati sul territorio, in deliziosi salumi. Tra questi spicca il protagonista della storia dello sbarco in America: “il clandestino” (beh, e come sennò?), caciocavallo fuori, soppressata dentro. La lavorazione delle carni avviene ancora in modo artigianale, selezionando le materie prime e assicurando una filiera al 100% molisana. Eccellenze locali. Come il “clandestino”, che più di 100 anni fa attraversava l’oceano e, con l’inganno, sbarcava in America.
Non ero a conoscenza di questa bella storia del nostro passato, grazie di averla resa pubblica e onore all’ azienda di CB che mantiene vivo il ricordo con la produzione del “Clandestino” che spero di assaggiare prima possibile. W le eccellenze MOLISANE. Cordialità da un molisano che vive in Valle D’ Aosta. Gianni Mignogna
Una bellissima storia! Grazie a lei per il contributo!
….e la vescica (essiccata) ripiena di salsiccia e strutto e
poi ricoperta di pasta di formaggio?
Io l’ho fatto….ora non più
Mandaci foto, se ce ne sono, Angelina. Te ne saremmo grati! Grazie!
Umberto, mi dispiace foto non c’è ne sono,
all’epoca (30+anni fa) non c’era l’IPhone….
Magari durante l’estate potrei descrivertelo,
e farne un dipinto
Erano tempi belli! :)
Ora vi dico cosa faceva il mio papà: Lui aveva due sorelle negli USA le quali desideravano tanto la nostra sopressata. Poichè l’olio si poteva spedire liberamente, il mio papà metteva le sopressate dentro l’olio e sigillava la lattina. Le mie zie vivevano una nello stato di New York e l’altra nello stato del New Jersey e,
quando arrivava la desiderata lattina, si riunivano e facevano gran festa.