L’origine del nome con certezza probabilmente non la sapremo mai. È perché ha la forma di un cavalluccio, con la testa che fa capolino? Oppure perché dagli antichi produttori veniva legato in coppia e quindi trasportato a cavallo di un’asta? Chissà. Sta di fatto che il caciocavallo è un pilastro della produzione gastronomica molisana. Il disciplinare Dop riconosce il Molise come una zona di produzione del “Caciocavallo Silano Dop”, tra i più antichi formaggi a pasta filata del Mezzogiorno e che ha quindi visto espandersi anche ad altre Regioni (oltre la Calabria) la zona di origine. In Molise, però, assume caratteristiche uniche: sia per la particolare freschezza dei pascoli sia per l’altitudine dei Comuni dove avviene la stagionatura. Più invecchia più rafforza il suo sapore. Spesso assume un inconfondibile “piccantezza” naturale. Va consumato crudo, ma anche cotto, alla brace, come condimento di primi piatti. Il gusto esplode quando annaffiato da un buon vino rosso.
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