Viene utilizzata praticamente in ogni settore: tessile, edile, farmacologico, medico e sì, anche alimentare. La “cannabis sativa“, nome scientifico della canapa, è una pianta universale. Certo, il nome richiama immediatamente alla mente il principio attivo stupefacente, il tetraidrocannabinolo (Thc), ma qui parliamo di altro.
La canapa ha una storia lunga migliaia di anni. Nasce in Asia e Medio Oriente e in epoca recente ha conosciuto un forte sviluppo commerciale soprattutto con lo sviluppo industriale del 18esimo secolo. Ma già nel 1500 tracce di diverse coltivazioni si trovavano nell’Inghilterra orientale. Dalla pianta si ricavano materiale per le costruzioni, per abiti, per cure mediche, ma è nelle proprietà nutritive dei suoi semi che si trova il vero “tesoro”.
La farina ricavata dai semi di canapa si ottiene dalla macinazione del residuo della lavorazione dei semi dai quali è stato precedentemente estratto l’olio. Molti nutrizionisti la considerano un vero e proprio “vaccino nutrizionale”, un alimento che, introdotto nella dieta giornaliera, rinforza e regola la risposta immunitaria dell’organismo. Ricchissima di acidi grassi, omega 3 e omega 6, può contribuire al’abbassamento del colesterolo ematico, dei trigliceridi e della pressione sanguigna.
La “cannabis sativa” viene coltivata anche in Molise e quelli del Panificio Petrella Laurino, di Matrice (CB,) si sono messi in testa di usarla per farci biscotti, pane e altri apprezzati prodotti da forno. I campi sono praticamente dietro casa e la produzione rispetta totalmente il “km 0”. Dal forno escono pagnotte di pane prodotto con farina di canapa integrale macinata a pietra, freselle con farina di canapa integrale e “canapini“, frollini prodotti con la stessa farina, la quale conferisce all’impasto un gusto nocciolato e un colore bruno dorato. Buono, sano e genuino. E l’unica cosa “stupefacente” è il gusto.